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Giovan Giuseppe Cervera
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Wild life, coffee and spices - parte I

Wild life, coffee and spices - parte I

08 marzo 2010

06/03/2010 - Una delle cose più belle del sabato mattina è prepararmi il caffè: occorre avere tempo infinito però, perché prima devi annusare quella bella polverina nera, poi riempire la macchinetta senza versare neanche la più piccola parte, poi appoggiare sul fuoco e aspettare. Quando è inverno, tra uno sbadiglio e l’altro, puoi tenerci le mani sopra per riscaldarti; le prime gocce arrivano condensandosi sul fondo, è il momento di prelevarle per farci una bella cremina. Poi man mano versi nella tazzina per non farlo bruciare. Infine passi un bel po’ di tempo a sorseggiare la bevanda cocente guardando dalla finestra e rimanendovi senza pensare a nulla. 

"cu ll’addòr do ccafè pe tutta a casa"

Non sabato scorso però, quando la sveglia ha suonato in orario che proprio non ricordo. Preparata rapidamente una borsa con lo stretto necessario, parto per i Gati Occidentali, la catena montuosa nella regione del Coorg (o Kodagu chedirsivoglia): vado alle origini del mio piacere mattutino, le piantagioni di caffè. Compagni di viaggio: Luca (rapporti diplomatici), Sudhakara (pilota e guida), Sudharshan (co-pilota), Veeramani (esperto Hindù). Dimenticavo, anche io ho un ruolo: quello di idiota turista scattafoto, questa volta anche con la responsabilità di "corrispondente" cibernetico dalle Indie per blog italiano molto seguìto.

Il viaggio non è dei più comodi, un po’ strettini a bordo di una Suzuki Maruti 1100 16V. Seguiamo un tragitto che passa per Mysore per raggiungere in serata Madikeri, capitale del Coorg. Le strade, perché non esistono autostrade, pienissime di dossi artificiali, sono percorse da mezzi risalenti a età pleistocenica, indiani in "lungie" che camminano ai lati, pascoli ordinati, mucche sparse, automezzi pesanti e inquinanti, venditori di "tender green coconuts" in bicicletta. Attraversiamo villaggi fatti di case, o meglio baracche fatiscenti: di primo mattino le donne si alzano, spazzano davanti casa e disegnano dei fiori con polvere di zucchero o altro. E gli uomini fanno una specie di jogging ovvero si svegliano all’alba e escono per lunghe camminate prima di mettersi al lavoro. La cosa più sorprendente, ma forse neanche tanto, è che ogni indiano ha un telefono cellulare. Il governo ci fa addirittura una pubblicità progresso "Use mobile, save paper". E le compagnie telefoniche, in India numerose quanto le lingue e le religioni messe insieme, fanno a gara a mettere la loro pubblicità anche sulla baracca più malandata: Vodafone IN, Idea, Air Tel, giusto per fare qualche nome.

Dopo qualche ora dalla partenza, pausa colazione: alla prima bettola modello drive-in ci fermiamo. Servono i soliti bicchieri d’acqua sconsigliati da tutte le guide (e ora capisco perché), e colazione indiana. In caso aveste dubbi, dichiaro subito una cosa: la cucina indiana offre colazione, pranzo e cena pressoché identici, fatti sempre di pani fritti o pani "tandoori", dosa (una crepe fatta con farina di riso) ripiene di spezie, frittelle speziate, riso speziato, salse speziate, yogurt speziato, zuppe speziate, latte con burro chiarificato, speziato. Anche alle sette del mattino! Ma per fortuna fanno anche un caffè ottimo servito con zucchero grezzo cosparso sull’orlo del bicchiere, modello "margaritas", e latte.

La strada è lunga e prima della meta, decidiamo di andarcene al parco. In questa zona ce ne sono tantissimi, tra "Camp", "Park" e "Wild life Sanctuary". Il tempo di fare un giro in pedalò e uno sull’elefante e andiamo via.

Imbocchiamo una strada che sale su per i Gati: qui solo natura incontaminata e piccoli villaggi. Anche se le case sono pochissime a molto lontane le une dalle altre, esistono un sacco di scuole e un sacco di bambini che giocano a cricket, sport nazionale.

Galleria fotografica

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Dubare Elephant Camp

Commenti
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  • 08 marzo 2010 - 19:20 | Rosaria ha scritto: «Belle le nuove foto! ..anke se 1 con te sull'elefante .. non avrebbe prezzo!! :-)»
  • 10 marzo 2010 - 13:08 | Annamaria T ha scritto: «bello come scrivi, rende perfettamente l'idea, a presto ciaooooooo»
  • 10 marzo 2010 - 13:37 | I pbssini ha scritto: «Belle le foto...ma qualcuna con belle ragazze indiane quando le pubblichi? Credo sia la curiosità principale dei lettori del blog, lato maschile. E aggiungo commento da parte della vicina femminile: "ma qualche bell'indiano non c'è?"»
  • 11 marzo 2010 - 22:12 | woodie ha scritto: «... è affascinante leggerti...»