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Giovan Giuseppe Cervera
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L’esuberanza artistica nella scultura architettonica e decorativa al tempo degli Hoysala

L’esuberanza artistica nella scultura architettonica e decorativa al tempo degli Hoysala

18 aprile 2010

17/04/2010 - Il viaggio in auto è come al solito molto lungo, su strade impercorribili composte di terra rossa e asfalto, adornate di fossi e dossi. Prima di uscire dalla città, bisogna respirare per un’ora buona l’aria asfissiante e pesante di polveri prodotta da autocarri che a ogni ora del giorno e della notte attraversano la città. Fuori dalla città, il paesaggio è quello altrettanto ricorrente nel sud dell’India, fatto di piantagioni infinite di cocco e banani, laghi e stagni e pascoli, villaggi di casupole malandate e mercatini di frutta, indiani nullafacenti, banche locali e negozi di telefonini, montagne di cocco tenero da bere e cimiteri di cocci di cocco tenero già bevuto. Il giovane autista guida lentamente e male e risponde a tutte le richieste con singhiozzi non troppo arguti. Dispersi nel cuore della campagna indiana, non abbiamo alcuna idea della nostra posizione. Le uniche indicazioni stradali sono fonemi incomprensibili forniti gentilmente da indiani probabilmente posizionati all’uopo lungo la strada, essendo altrimenti inspiegabile la loro presenza. Ed è sicuramente grazie a loro che dopo cinque ore, riusciamo ad arrivare a Halebid.

Ad Halebid siamo trionfalmente accolti da mercanti e mendicanti che vogliono tanto il nostro bene e i nostri soldi in cambio di gadget di metallo o pietra saponaria lavorata o legno, guide e cartoline, malaria e tifo. Superata la barriera dei fans, finalmente possiamo ammirare l’Hoyasaleswara Temple. Pura architettura indiana, senza contaminazioni arabe o europee o cinesi. Decisamente molto bello, il tempio è risalente al XII secolo d.C. e fu costruito durante il regno degli Hoysala: non fu mai completato nonostante gli oltre 80 anni di lavori. Presenta una struttura ampia e schiacciata, a strati sovrapposti di granito e pietra saponaria. L’immensa quantità di materiale necessario fu portata qui grazie agli elefanti che per questo motivo sono raffigurati sulla prima fetta del tempio. Gli strati successivi sono ricchissimi di minuziose decorazioni raffiguranti le storie piú importanti dei sacri Mahabharata e Ramayana come anche scene esplicite dal Kamasutra: pare che a quei tempi, la società, amante delle belle arti, godesse anche di una certa libertà sessuale. Il popolo analfabeta veniva edotto con l’aiuto di queste sculture. Il tempio è dedicato a Shiva e dunque è completato, all’esterno, da enormi tori di pietra - il toro essendo il suo veicolo. A differenza di altri templi visitati finora, questo è molto curato: anche il giardino esterno è fresco pulito e ben tenuto.

Ci spostiamo a Belur, dove vedremo un tempio dello stesso periodo, dedicato però a Vishnu: il Channekeshava Temple. Esteriormente assomiglia molto a quello precedente, senonché, molto strano per un tempio, la parte anteriore è ricchissima di personaggi e scene erotiche dal Kamasutra. La guida, interrogata sull’argomento, non cela un certo imbarazzo, e, come a voler censurare o revisionare lo splendido, libero ed evoluto passato Hindú, sostiene che tale libertà d’espressione era riservata solo all’artista che su richiesta dell’imperatore, cercava solo di rappresentare il massimo della bellezza tramite corpi femminili rotondi e armoniosi. A nulla valgono le mie obiezioni, che lí non è rappresentata solo la bellezza del corpo femminile, ma a dirla tutta, la bellezza e il piacere supremo dell’amore e del sesso, senza alcun limite di genere e quantità: il tempo è scaduto e lui deve fare da guida ad altre persone. Allora entriamo e assistiamo a una delle puja collettive che lí si tengono tre volte al giorno: mentre il sacerdote officia diffondendo la benedizione di Vishnu, non posso non notare, per contrasto, la bellezza di un altro corpo femminile statuario, situato proprio alla sinistra dell’antro di Vishnu. Intorno al tempio, ce ne sono altri piú piccoli, tra cui anche uno servito all’epoca come prototipo.

Considerata la lunghezza del viaggio d’andata, pensiamo che è ora di tornare in hotel. Invece no, a ben vedere siamo ancora in tempo per visitare Sravanabelagola, una cittadina nota soltanto per un enorme monolite alto ben 17,5 metri: la statua di Gomateshvara (o Bahubali), una divinità giainista, risalente al III secolo a.C., raffigurata anch’essa completamente nuda! Per raggiungere la statua, dobbiamo arrampicarci sulla collina Vindhyagiri e fare oltre 600 gradini. Ma ne vale veramente la pena, si tratta pur sempre del piú alto monolite al mondo, secondo gli indiani.

Galleria fotografica

Halebid, ingresso dell’Hoysaleswara Temple

Commenti
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  • 20 aprile 2010 - 18:18 | buh ha scritto: «gli appassionati lettori latitano... ma come: con un argomento così interessante e immagini di divinità svelate (più qualche intruso)... dove siete?non sarà che vi è presa la malinconia degli ultimi giorni di viaggio?»
  • 21 aprile 2010 - 18:12 | Rosaria ha scritto: «Il racconto e le immagini lasciano senza fiato: semplicemente meravigliosi!»
  • 22 aprile 2010 - 12:38 | Moira#1 ha scritto: «O sorelle! perchè tutto questo silenzio? L'indifferenza travolge il nostro eroe!»
  • 22 aprile 2010 - 12:39 | Moira#2 ha scritto: «Sorella, è il giusto epilogo di questo disperato pellegrinaggio della speranza!»
  • 22 aprile 2010 - 12:42 | Moira#3 ha scritto: «Sorelle! il cuore mi si spezza, impossibile non provare compassione per questo idiota. Accorriamo in suo soccorso, spendiamo dolci parole di conforto per il suo destino. Che il cielo non sia così severo con lui. Cantiamo in suo onore un peana di gioia!»
  • 22 aprile 2010 - 12:43 | Moira#1, Moira#2, Moira#3 ha scritto: «Gloria a Peppe, Osanna nell'alto dei Cieli, nei Secoli dei Secoli. Annunciazione, Annunciazione!»
  • 23 aprile 2010 - 15:42 | miaomiao ha scritto: «Peppe ma dove sei? non ti vedo piu'...»
  • 26 aprile 2010 - 15:11 | Vijayalakshmi ha scritto: «Ora che sei tornato, mi mancherai ancora piu' di prima a meno che... aspetto tue nuove storie e foto. Non fare addormantare il tuo sguardo, la tua curiosita'.»
  • 26 aprile 2010 - 15:14 | Antonio Pentola ha scritto: «Pep, che eri un tipo curioso io te l'ho sempre detto: si' curius'! Ben tornato Peppe! vediamoci presto!!!»
  • 04 maggio 2010 - 06:24 | Vijayalakshmi ha scritto: «I semi di basilico e la rucola (arugula) sono germinati da un po', anche in questo deserto di neve sciolta. Non lasciarmi cosi', senza un saluto. Principe ritorna!»
  • 02 maggio 2011 - 20:30 | Sallie ha scritto: «belle foto»